venerdì 13 luglio 2012

Anelito

                                                                Maia Scarle


Fisserò la porta, percependo il moto delle particelle che la compongono, il battito delle mie palpebre a scandire i minuti d’attesa. Ascolterò i tuoi passi veloci e frementi rallentare qui fuori, per mascherare l'ansia di trovarmi e, nell’istante in cui vedrò la maniglia abbassarsi, mi fingerò distratto per stupirmi del tuo ingresso.
Ti verrò incontro lentamente e ti chiederò come stai, già conoscendo la risposta. Sorriderò compiaciuto del tuo rossore e della malcelata emozione. Ti aiuterò a togliere la giacca, ti offrirò da bere e non aspetterò la tua risposta, perché sto fremendo, perché sto male, perché ti voglio. Ti cingerò la vita con un braccio e, mentre sussurro che ti desidero, infilerò le mie dita fra i tuoi capelli, dietro la nuca, saggiandone la setosità con lieve tocco. Chiuderò gli occhi, avvicinerò le mie labbra al tuo viso e ti respirerò, inalando gli atomi che si muovono con te. Sentirò le tue mani risalire lungo la mia schiena, scivolare sulla camicia e poi piano discendere, per fermarsi sulla cintura, aggrappandosi ad essa, come per timore di oltraggiare la mia intimità. Solleverai il viso, cercando la mia bocca ancora colma del tuo profumo e possederai le mie labbra con piccoli morsi ripetuti e voraci. Sentirò i tuoi respiri diventare ansiti e io non riuscirò a trattenere un gemito di piacere. Ti solleverò e potrò fare solo pochi passi, perché mi sentirò morire dal desiderio e dovrò averti, per non svenire. Ti adagerò sul divano e inizierò la mia danza con te, su di te, aderendo il mio corpo al tuo, rifiutati i vestiti, che impedirebbero il nostro possesso e godrò della tua splendida vista, accarezzando ogni centimetro della tua pelle, con gli occhi, le mani, le labbra, la lingua. E subirò i tuoi graffi, maledicendo il destino che mi impedisce di graffiare te più forte, per sfiorare anche il tuo sangue, come starai facendo tu col mio. Dominerò la tua passione, smorzando il tuo respiro con i baci, poi mi distaccherò, affinché il tuo ansimare sia la colonna sonora del nostro amplesso. Sinuosamente ti muoverai su di me e cavalcheremo il ritmo del nostro piacere, che ci trascinerà in una sfrenata danza dei sensi, dove ci fonderemo disperatamente, partecipando insieme all’estasi, urlando all’unisono. E sarà ancora la nostra prima volta, come amanti vergini che si donano l’uno all’altra; sarà il moto dei pianeti , l'entropia irrefrenabile, il vagare per lo sconfinato universo, con la sola propulsione del nostro azzardo. E poi, lentamente, torneremo alla realtà e guarderemo i fluidi disperdersi sui nostri corpi, mescolati a sangue e sudore, mentre, emergendo dall’apnea, riprenderemo a respirare. Resteremo in silenzio per alcuni minuti, assaporando con la mente gli istanti appena trascorsi; cercherò i tuoi occhi e sussurrerò che ti amo. Tu distoglierai lo sguardo e seguiterai a rimanere in silenzio, poi mi poserai un lieve bacio sulla fronte e ti solleverai piano, per attutire il trauma del distacco. Ti vestirai e, senza voltarti, te ne andrai... ancora una volta e io griderò 
disperato... ancora una volta, perché ti amo, perché mi manchi, perché non sei mia. E vivrò sospeso, per aspettare di sentire di nuovo i tuoi passi veloci rallentare dietro la porta.

Foto di Auro

Nessun commento:

Posta un commento